Dopo il picco di popolarita' degli strumenti attorno al 1900, con una moltitudine di modelli e peculiarita', utilizzati in contesti religiosi quanto laici, pubblici quanto privati, inizia il declino.
La meta' degli anni 1930 segna la fine dello strumento, decisa quando l'harmonium elettrico ed elettronico, molto meno costosi in produzione e manutenzione, semplici da trasportare, innovativi nel suono, prendono piede soffocandone soprattutto l'utilizzo liturgico. In quindici anni ogni produzione "importante" viene cessata, complice anche la seconda guerra mondiale, con il blocco degli scambi commerciali dei materiali, i costi dei brevetti, la recessione e la necessita' di recuperare metallo. I legni pregiati non vengono piu' lavorati, non c'e' tempo ne denaro per la cultura, e gli ultimi harmonium sono di legno scadente (ad esempio di pioppo) e pitturati/ricoperti di nero. La funzione dello strumento, nell'ambito liturgico, complice la riforma ceciliana, viene relegata a semplice accompagnamento della voce, senza nessuno slancio artistico.
E' la fine.
Oggi, si trovano ancora dei capolavori, custodi gelosi delle loro tortuose storie, che permettono a noi di godere dei suoni, delle manifatture, delle tecnologie che appartengono squisitamente alla loro epoca.
Purtroppo, si trovano anche utilizzi poco dignitosi, non consoni, che, decisamente, non "risuonano" con il mondo musicale.